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Duomo di Udine, 11 Febbraio 2014

Santa Messa in Cattedrale nella Giornata del Malato
celebrata da S.E. mons. Andrea Bruno Mazzocato


Come nelle precedenti edizioni la messa è stata preceduta dalla recita del Rosario,
cerimonie coordinate da mons. Paolo Brida con il supporto dei volontari dell'Unitalsi.



 SALVE REGINA

Il potente organo del Duomo con il supporto di un solista di tromba, hanno accompagnato l'Assemblea nei gioiosi canti mariani suggeriti dalla voce di don Paolo, dando un tono maestoso e nello stesso tempo commovente alla cerimonia...



Immacolata, Vergine bella, di nostra vita tu sei la stella,
fra le tempeste deh guida il cuore, di chi t'invoca Madre d'amore.
Siam peccatori, ma figli tuoi, Immacolata, prega per noi.
Tu, che nel cielo siedi regina, a noi pietosa lo sguardo china;
pel divin figlio, che stringi al petto, deh, non privarci del tuo affetto.

Siam peccatori...

La tua preghiera onnipotente, o dolce mamma, tutta clemente.
A Gesù buono, deh! Tu ci guida, accogli il cuore, che in Te confida.
Siam peccatori...



 NEL NOME DEL PADRE


...le sorelle dell'UNITALSI alle letture...


...mons. Andrea Bruno Mazzocato all'omelia ripreso dal fondo...



Dal tuo celeste trono, Maria, rivolgi a noi
pietosa gli sguardi tuoi, per una volta sol.
O Madre dolce e cara, Ascolta chi ti chiama;
Salva, Maria, chi t'ama, e tanto confda in te.
Maria, che dolce nome, tu sei per chi t'intende
beato è chi ti rende, amore per amor.
O Madre dolce e cara...


...la cerimonia alla liturgia eucaristica...


...la classica foto ai fedeli dopo la comunione... in questa occasione moltiplicata per tre...

...e la fiaccolata lungo le navate al canto dell'Ave Maria di Lourdes...


È l’ora che pia la squilla fedel
le note c’invia dell’Ave del ciel.
Ave, ave, ave, Maria! Ave, ave, ave, Maria!
A te, Immacolata, la lode, l’amor:
tu doni alla Chiesa il suo Salvator.

Ave, ave, ave, Maria!...

Di tutti i malati solleva il dolor,
consola chi soffre nel corpo e nel cuor.
Ave, ave, ave, Maria!...

Proteggi il cammino di un popol fedel
ottieni ai tuoi figli di giungere al ciel.

Ave, ave, ave, Maria!...

...la cerimonia si è poi conclusa con la benedizione ed il canto del Magnificat...

L'ARCIVESCOVO MONS. MAZZOCATO NELL'OMELIA PER LA GIORNATA DEL MALATO
«Gesù in croce trasforma le sofferenze da negative in positive»

          Un invito forte ad andare ai piedi della Croce di Gesù, perché è il luogo dove « possono trovare un senso alla sofferenza le sorelle e i fratelli che si trovano nella prova della malattia, della debolezza, della vecchiaia», il luogo dove «le sofferenze di noi uomini vengono trasformate da negative a positive». Queste le parole pronunciate – in una Cattedrale gremita - dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, oggi, martedì 11 febbraio, nell’omelia della Santa Messa celebrata in occasione della 22ª Giornata mondiale del malato che Papa Francesco ha voluto intitolare «Fede e carità: anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1Gv 3,16). E un esempio di questa possibile trasformazione della sofferenza ai piedi della Croce, mons. Mazzocato l’ha ritrovato nella storia di una donna friualana, la venerabile Concetta Bertoli, che la Diocesi di Udine ha annoverato tra i «Testimoni di speranza», nell’omonima recente pubblicazione.
          «Concetta Bertoli – ha sottolineato l’Arcivescovo – è stata una grande testimone di che cosa significhi che sotto la Croce di Gesù la sofferenza da negativa diviene positiva. Iniziò ad essere provata dalla malattia ad appena 16-17 anni, e proprio a Lourdes visse un passaggio fondamentale della sua passione, chiedendo la grazia, quando non poteva nemmeno più aprire la bocca, di poter almeno ricevere l’eucarestia, e quella grazia le venne concessa».
Ma sotto la Croce c’è anche molto altro, perché proprio lì, ha aggiunto il presule, «noi possiamo anche scoprire che nel volto delle sorelle e dei fratelli sofferenti c’è il volto di Gesù. Quanti stanno bene - e possono dedicarsi al sostegno dei fratelli infermi, malati, deboli -, vedono il vero volto di chi soffre: il volto di Gesù. Proprio da qui sono nate, nella Chiesa, tutte le grandi realizzazioni di carità per gli infermi, i disabili, gli anziani: i grandi santi della carità vedevano il volto di Gesù crocifisso nel volto di tanti fratelli e sorelle».
          E guardando al futuro ha concluso: «Solo così avremo volontari che si dedicano ai sofferenti e ai malati, finché ci sono cristiani che vedono nel volto del fratello e della sorella il volto di Gesù sofferente. Il volontariato cristiano nasce da questa fede, fede che diventa carità, come ci indica Papa Francesco. Il futuro del nostro volontariato per i malati, dunque, non sta nell’organizzazione, anche se necessaria, ma nell’avere cristiani che ancora vedono nel malato il volto di Gesù crocifisso. Questo significa che le nostre benemerite associazioni, prima fra tutte l’Unitalsi, avranno giovani che aderiscono nella misura in cui coltivano questa spiritualità, una spiritualità che si vive sotto la croce». (La Vita Cattolica del 12 Febbraio 2014)