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Moimacco (UD), 1 Gennaio 2013



 CAMPANE

Santa Messa del primo dell'anno
dedicato a Maria SS. Madre di Dio

Officiata da don Luciano Slobbe
ed
accompagnata dal Coro Parrocchiale diretto da Lucia Zanutto


        
CANTO E PREGHIERE DI APERTURA


...don Luciano all'omelia...


         
 CANTI ALL'OFFERTORIO E COMUNIONE


         
 BENEDIZIONE E CANTO DI CHIUSURA

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Moimacco
(Tratto da http://comune.moimacco.ud.it/)

          Comune di pianura, di antiche origini, con un’economia di tipo agricolo e industriale. I moimacchesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, sono quasi tutti distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e la località Bottenicco. Il territorio, comprendente anche il nucleo Tre Pietre, è ricco di corsi d’acqua che, irrigando abbondantemente il terreno, ne accrescono la produttività; il suo profilo geometrico è regolare, con differenze di altitudine lievi, che determinano nell’abitato, interessato da una forte espansione edilizia, un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Lo sfondo verde dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è attraversato da una fascia argentea merlata, sotto la quale spicca un aratro dello stesso colore.
          Abitata fin da tempi preistorici da popolazioni paleovenete, registrò in seguito stanziamenti di galli e, dal II secolo a.C., di romani. Il toponimo, attestato dal 1100 nelle forme di Moimas, Moymas e Moimaco, deriva dal personale latino
MUMMIUS, con l’aggiunta del suffisso –ACUS. Dopo la caduta dell’impero romano si aprì alle invasioni barbariche, venendo occupata da unni, goti, avari, longobardi e franchi. La sua storia si è strettamente intrecciata con quella di Cividale del Friuli: confermata, sul finire del XII secolo, alla Chiesa cividalese, nel Trecento entrò a far parte del sistema difensivo della cittadina. Al pari dei territori circostanti, fu coinvolta nelle lotte feudali, passando, nella prima metà del Quattrocento, sotto la Repubblica Veneta, che continuò a farla dipendere da Cividale. Devastata dalle incursioni turche, sul finire del XV secolo, nel Cinquecento risentì delle continue guerre tra i veneziani e l’impero austriaco, che si contendevano i possedimenti del conte di Gorizia, da poco deceduto. Colpita da carestie e pestilenze, nel XVIII secolo registrò una ripresa economica, testimoniata dal sorgere di sontuose dimore. Alla parentesi napoleonica seguì la restaurazione austriaca, accompagnata dall’annessione al regno lombardo-veneto. Entrata a far parte dell’Italia, nel 1866, visse momenti drammatici durante la prima guerra mondiale, specie dopo la disfatta di Caporetto, che portò a una nuova occupazione austriaca. Attiva ne fu la partecipazione alla lotta partigiana.
          Tra le testimonianze storico-architettoniche figurano: la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, risalente forse al IX secolo ma più volte rimaneggiata. All’interno una bella coppia di confessionali (secolo XVIII) della bottega di Matteo Deganutti e una statua della Madonna del Rosario eseguita a Venezia nel 1779. L’antico campanile sul quale è murata una lapide con la data 1557, conserva invece la struttura originaria ad eccezione della parte conclusiva realizzata nel 1911.


La foto ricordo dopo la Messa