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Udine, 16 Luglio 2011
Parrocchia B.V. del Carmine

Chiesa della Beata Vergine del Carmine
(Tratto da www.viaggioinfriuliveneziagiulia.it/)

          La Chiesa della Beata Vergine del Carmine si trova in Via Aquileia, al numero civico 61. In origine la parrocchia era intitolata ai Santi Pietro e Paolo Apostoli e come sede parrocchiale aveva l'omonima chiesa in seguito sconsacrata e distrutta da un bombardamento aereo nel 1944.
          L'attuale chiesa del Carmine fu costruita, assieme ad un convento, tra il 1501 e il 1525 dai frati Carmelitani che avevano un convento in Via Lumignacco con la relativa chiesa S. Pietro in Tavella. Portarono con loro la venerata immagine della Beata Vergine del Carmine e nel 1571 fu sistemata la campana della prima chiesa di S. Quirino.
          Nel 1770 essi furono sostituiti dai Frati Minori Conventuali che vi trasportarono il corpo del Beato Odorico da Pordenone, avendo essi dovuto lasciare il convento attiguo alla chiesa di San Francesco, che fu adibito ad ospedale. In seguito alle leggi napoleoniche i francescani dovettero lasciare anche questo convento e la chiesa, che divenne parrocchiale in sostituzione della vecchia ed angusta chiesa di San Pietro. Con decreto arcivescovile del 5 agosto 1908 fu fatta la traslazione nella sede parrocchiale e l'unione dei titoli delle due chiese.



 CAMPANE

          La facciata della Chiesa della Beata Vergine del Carmine e di stile settecentesco, con sopra la porta, in una nicchia, una statua della "Madonna col Bambino" e altre due statue su due pilastri della cancellata. All'interno in un unica navata dipinta da un certo Giulio Cesare Begni non meglio identificato ma che doveva ben conoscere la pittura bolognese tanto cara ai domenicani. Al centro del soffitto "Vergine porge al Beato Simone Stock lo scapolare" (1707) la cornice da l'illusione al visitatore di cambiare a secondo come si sposta chi la guarda.
          Un bel altare maggiore in stile barocco, nella cappella a sinistra l'arca del Beato Odorico Matiussi da Pordenone, ricostruita nel 1930, opera del veneziano Filippo De Sanctis (1332) Il Beato Odorico da Pordenone (1286-1331) fu un celeberrimo missionario francescano in Cina ed è autore del noto "Itinerario di Viaggio".
          L'arca consta di un sarcofago posto su quattro colonnine ed ha nel lato anteriore la figura del defunto giacente, negli angoli quattro Santi, e nel lato posteriore una "Predica del Beato agli infedeli". Il convento fu distrutto da un bombardamento nel 1944 e al suo posto si costruirono abitazioni.


...l'interno della chiesa...

Santa Messa
e inaugurazione del campanile restaurato
nella Festa della Beata Vergine del Monte Carmelo


         
 CANTO E PREGHIERE D'INIZIO


...il coro parrocchiale che ha accompagnato la Messa...


...presieduta dal parroco
don Giancarlo Brianti...



 CANTO


...immagini al Padre Nostro e dopo la Comunione...


         
 AVE O VERGJINE E PREGHIERE DI CHIUSURA

          UDINE - Finalmente «torneremo a sentire le campane!». Così i parrocchiani del Carmine hanno salutato la notizia data dal parroco, don Giancarlo Brianti, nelle Messe di domenica 10 luglio, del ritorno del suono delle campane al termine dei lavori di consolidamento statico e di restauro conservativo della torre campanaria. La festa è per sabato 16 luglio, giorno della solennità della Beata Vergine del Carmelo, patrona principale della parrocchia e della chiesa di via Aquileia. Il programma prevede alle ore 18.30 la concelebrazione solenne dell’eucaristia e, al termine, la preghiera di benedizione delle campane; alle ore 19.30, in cortile, il festoso concerto delle campane eseguito dagli scampanotadôrs di San Pietro in Carnia, l’illustrazione dell’opera di consolidamento e restauro conservativo della torre campanaria e un momento conviviale per stare tutti insieme.
          «È un bellissimo dono della Madonna del Carmine – prosegue il parroco, – tanto più gradito perché tanto atteso». È infatti da ottobre che le campane del Carmine sono mute e i parrocchiani in tutti questi mesi, aggiunge don Giancarlo, «hanno manifestato in più occasioni il loro dispiacere per la mancanza del suono che accompagna i vari momenti religiosi della vita della parrocchia e scandisce lo scorrere del tempo nella giornata. Una compagnia amica soprattutto per le persone che, malate o anziane, non possono uscire di casa».
          Ma ora le campane del Carmine potranno di nuovo diffondere il loro suono per le vie del quartiere inviando il loro messaggio interiore e portando la Chiesa vicina alla gente.
          Costati poco più di 350 mila euro – coperti in parte da un contributo regionale, in parte dalla parrocchia – i lavori, iniziati a settembre e appena conclusi, sono consistiti nel consolidamento dell’intera struttura. A dirigerli l’ingegner Giancarlo Tavano, assieme all’architetto Adriana Paolini. L’esecuzione è stata affidata alla ditta Del Bianco di Udine, esperta di campanili, avendone realizzati molti in regione, alla ditta Simonetti, specializzata in perforazioni, palificazioni rinforzi delle fondamenta, e alla ditta Solari per campane e impianti elettrici.
          «Il campanile – spiega Tavano, parrocchiano del Carmine e che ha già seguito i lavori della canonica e del restauro del soffitto della chiesa – risale alla fine del 1500 e aveva delle problematiche sia nel fusto che, specialmente, nella cella campanaria. Si trattava di lesioni dovute soprattutto al movimento delle campane, oltre che alla vetustà dell’edificio».
Oltre a ciò la costruzione ha di per sé alcune problematiche: la prima è un’inclinazione verso il cortile di circa 50 centimetri, dovuta ad un cedimento verificatosi probabilmente in fase di costruzione; l’altra è il fatto che poggia, praticamente, solo su due pareti. «In origine – spiega Tavano – al piano terra aveva un’apertura che portava negli orti, poi chiusa nell’800 quando sono stati realizzati la Cappella di San Giuseppe e altri edifici».
          Gli interventi sono consistiti nel consolidamento delle murature, dove c’erano lesioni, con iniezioni di calce, materiale compatibile con quello originario. Per ovviare all’inclinazione, «sono stati inseriti dei pali di rinforzo della fondazione – spiega ancora Tavano –. Il campanile non rischiava di cadere al momento, ma in questo modo ci siamo messi al riparo da futuri rischi. Anche la cella campanaria è stata completamente consolidata, soprattutto per quanto riguarda il piano di calpestio, sostenuto da una volta a crociera, molto lesionata a causa delle oscillazioni delle campane. Per le quali si è deciso così di costruire una nuova incastellatura in acciaio, in modo che il carico vada alla base e non sui pilastri del campanile come avveniva prima. Inoltre si è provveduto a sostituire tutti i piani, che erano in legno e ormai marci».
          Un lavoro che, dunque, ha messo in sicurezza questo campanile, «poco conosciuto dagli udinesi, poiché non visibile né da via Aquileia né, completamente, da via Leopardi, ma solo dal cortile della parrocchia, cosiccome purtroppo poco conosciuta è la chiesa del Carmine – conclude Tavano –, una delle più belle della città e con un soffitto che con la qualità dei suoi 700 metriquadrati di superficie affrescata è difficile da trovare non solo a Udine, ma in tutto il nord Italia».
          (Stefano Damiani - La Vita Cattolica del 15 Luglio 2011)

Nell'ampio cortile interno... 


...con la gente comodamente seduta è stato benedetto il campanile restaurato
ed ascoltato la relazione del responsabile dei lavori ingegner
Giancarlo Tavano...



...è seguita una breve esibizione del Gruppo dei Scampanotadôrs Furlans...


...che qui vediamo all'ombra del campanile con l'ingegner Tavano...
...e poi... pastasciutta per tutti...