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Montefosca (Pulfero), 25 Gennaio 2009

Messa nelle alte Valli del Natisone


Una panoramica di Montefosca con il Matajur sullo fondo

     La decisione di recarmi a Montefosca per la Messa domenicale l'ho presa la mattina stessa, quando dal Sito della Diocesi di Udine ho appreso che in quella parrocchia si celebra alle ore 11 ogni seconda e la quarta domenica di ogni mese. Avendo queste certezze sugli orari, ho deciso che si poteva fare, dando la minima importanza al difficile percorso che mi aspettava e non mettendo in preventivo la possibilità di dover percorrere un tragitto con neve e ghiaccio.
     Ricordavo di avere già percorso quella strada e fino a Calla, quando la carreggiata non era ancora asfaltata, e salire fino a questa località oggi è stata una vera passeggiata.... è stato uno spasso osservare attraverso i varchi della boscaglia, la bianca cima Matajur che lentamente si avvicinava al mio livello. Dopo Calla, lungo il tratto che a mezza costa fa tutto un ampio giro esposto a nord della vallata prima di scendere nella conca di Montefosca, tratti di neve ghiacciata sull'asfalto consigliavano di procedere con la massima prudenza. Alle dieci in punto ero fermo davanti alla famosa "latteria turnaria" di Montefosca, quando il casaro molto gentilmente mi ha dato preziose informazioni sul modo di suonare le campane in quella località: Alle 10.30 suonano due campane; alle 11.00 (quando inizia la Messa) suonano tre campane.
     Alle 10.45 la chiesa era ancora chiusa ma, il sistema ad orologeria mi ha permesso di registrare la prima suonata (non si sa mai), e non volevo perdermi quella delle 11, anche se mi sarei perso il primo canto della Messa. Non ho avuto il tempo di contattare preventivamente il sacerdote come faccio di solito, ma entrato in chiesa con la solita discrezione e senza disturbare ho iniziato le solite operazioni per la ripresa di immagini e registrazione dei canti. Data la bassa temperatura ambientale e la scarsa partecipazione dei fedeli, la cerimonia è stata particolarmente breve con pochi canti (anche se mi aspettavo almeno un canto in sloveno).
     Alle 11.45 avevo iniziato la strada del ritorno, scegliendo il percorso che girando intorno al Monte Jonaz, scende verso Canebola e Faedis, ma visto che dopo un centinaio di metri la carreggiata era innevata e senza tracce di traffico, mi ha fatto desistere ritornando in paese e scattare alcune immagini che troverete in fondo al servizio. Le riprese sono proseguite anche mentre mi allontanavo da Montefosca, con delle soste sulla strada che dall'alto domina la vallata, soste e partenze eseguite senza problemi dato che in quell'ora il ghiaccio si stava sciogliendo.
    Tutto sommato un bel viaggio quello effettuato sui monti della Benecia Friulana in questa Domenica di fine Gennaio, che poteva presentare anche occasioni di pericolo ma molto adatta per eccellenti servizi fotografici, possibili grazie alla buona visibilità offerta dalle spoglie ramaglie dei boschi.



 CAMPANE

 

 CANTO



 CANTO



 CANTO FINALE

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     Alcune info su Montefosca
     Particolare è il borgo rurale di Montefosca, la cui struttura edilizia è prevalentemente costituita da un aggregato promiscuo di case e di stalle. In questo contesto è sorta una “Latteria Ternaria” che ha meritato di essere inclusa nel nostro sito con un articolo di Claudio Fabbro nella nostra “rubrica dei vini” che attualmente è conservata come archivio. Vedere il servizio>>>
     Per quanto riguarda il toponimo, dobbiamo premettere che é difficile stabilire se Montefosca sia la traduzione della forma slovena Čenavarh o viceversa ma, a chi sostiene la primogenitura della forma italiana, si fa presente che nell'area slovena esistono quattro importanti localitá denominate Črni vrh (presso Idrija, Cerkno, Jesenice e Polhov gradec) e pertanto possiamo legittimamente presumere che anche Čenavarh di Pulfero abbia avuto una origine autonoma.
     Ivan Trinko, nella "Guida delle Prealpi Giulie", Udine 1912, pag. 637 ci fornisce, indirettamente, una possibile chiave interpretativa del toponimo. Scrive I. Trinko: "Il (monte) Lubja, dagli abitanti del suo versante meridionale, viene conosciuto col nome di Uogu. La cima piú elevata poco spicca rispetto all'insieme del monte, foggiato ad altipiano e ricco di fenomeni carsici ma, non piú, come un tempo, tutto ricoperto di bosco di faggi".
     Se 1000 anni fa esisteva questo bosco di faggi allora possiamo verosimilmente presumere che la localitá di Čenavarh / Montefosca abbia preso il nome dalla folta macchia scura che un tempo ricopriva interamente il monte Uogu situato alle spalle del paese. Del resto anche i toponimi ed oronimi del tipo Črni vrh presenti in Slovenia hanno avuto piú o meno una origine simile e sono da mettere in relazione con i boschi che ricoprivano e tuttora ricoprono con il loro manto scuro quelle montagne.
     La forma ufficiale italiana Montefosca (= monte oscuro) denota una derivazione friulana. "Mont" é infatti, nella lingua friulana, un sostantivo femminile e pertanto il toponimo ha conservato giustamente la forma Montefosca e non Montefosco.

Alcune panoramiche in fase di allontanamento..

 


...con un ultimo click verso le vallate sottostanti...