biel lant a Messe a...

Comunità Parrocchiale dei Rizzi in Udine, 9 Marzo 2008

Sebbene dislocata alla periferia della Città di Udine,
per annunziare la Messa il trio di campane della chiesa dei Rizzi suona per tre volte...!
In molte località del Friuli i suoni sono stati limitati... per non disturbare la quiete...!



 CAMPANE


All'inizio della Messa, un gruppo di giovani in corteo è risalito la navata
ed in un vaso già preparato ha creato una composizione con dei rami secchi
con al centro un bel ramo fiorito...



 CANTO D'INIZIO



 CANTO


...dopo la lettura del Vangelo, per l'omelia il sacerdote è sceso tra i fedeli...



 CANTO ALLA COMUNIONE
 



 CANTO FINALE


 

RIZZI - ALCUNE LEGGENDE PROTOSTORICHE
(Testo e foto tratti da: "Rizzi - Una comunità udinese" e "Una chiesa una comunità")

     A un paio di chilometri circa, in direzione Nord-Ovest dal colle di Udine, vi è la frazione cittadina di Rizzi, il cui toponimo o nome deriva dal patronimico di una famiglia con cognome Rizzo, arrivata in Friuli al seguito dei Veneziani quando questi conquistarono il Friuli nel 1420. Essi vi costruirono nel 15OO alcuni Casali, dandogli così il loro cognome, da cui i Casali dei "Rizzi".
     Di questa famiglia, della quale parleremo più avanti, sono state accertate le origini, le motivazioni del loro arrivo e la loro collocazione nel contesto sociale udinese. La loro numerosa presenza si riscontra in quell'area cittadina, definita anticamente dei «Borghi Superiori», cioè posti a nord-ovest della città, potendoli così qualificare fin dall'inizio del loro arrivo come cittadini udinesi e buoni frequentatori della Parrocchia di S. Lucia/Redentore di Porta S. Lazzaro e dell'ampio contesto cittadino.
     Un dubbio comunque lascia spazio a una domanda: i sedimi su cui i Rizzo costruirono le loro case erano stati utilizzati in precedenza? E' possibile cioè che siano state costruite le prime case su dei ruderi antichi? Oppure il luogo era deserto per qualche antica causa non conosciuta, ma storicamente possibile ed immaginabile? Proveremo a cercare una risposta.
     Secondo una prassi universalmente accettata, un insediamento umano nasce in un luogo a seguito di logici motivi di sociale utilità. Anche se successivamente interessato da cesure storiche o spopolamento, vi perdurano le stesse ragioni per la sua riedificazione.  Sono numerosi infatti (toponimi indicanti antichi ruderi e cappelle votive, quali maserijs (macerie), baseis o basercis (cappelle votive), nominati sui documenti come tali fin dal XIII secolo. Un antico "sfuei" o stagno ci impone una particolare attenzione nella ricerca di "segnali" utili. Così, se la storia del luogo Rizzi inizia nel XVI secolo con una famiglia che così si chiamò, un'indagine delle epoche precedenti che chiameremo protostoria inizierà con le antiche ed interessanti memorie locali, definite leggende in quanto quasi nulla ritroviamo documentato di tali epoche. Tuttavia, le analizzeremo via via affidandoci alle notizie riguardanti aspetti generali del territorio esterno udinese.
     Guardando il letto del Cormór, oggi asciutto, non ci si immagina che un tempo esso, pur restando un torrente di piena stagionale, godeva di un discreto e continuo flusso giornaliero, E questo fino un secolo fa.
     Se studiarne con attenzione, andando a ritroso nel tempo, le precipitazioni nevose montane e i conseguenti livelli di falda acquifera, comprendendo anche quelli di superficie delle torbiere inframoreniche, non possiamo pensare altrimenti. Fra le cause della penosa situazione odierna, dovremmo inserire però soprattutto i prelievi dei pozzi degli acquedotti che, abbassando le falde acquifere delle risorgive a monte, impediscono un flusso continuo, seppur modesto.
     Che il Cormór avesse avuto un flusso costante lo pensavano diversi studiosi locali, i quali così giustificavano i ritrovamenti archeologici di manufatti come anfore e tegoloni romani presso il ponte del Cormór. Secondo loro si trattava di un porticciolo.
Dunque, se vi era acqua costante gli uomini dell'antichità vissero e costruirono le loro case sulle rive del nostro torrente utilizzandolo, con opportuna ingegneria idraulica, anche per mulini stagionali, come è testimoniato dai racconti popolari che seguono.
     Delle numerose tombe protostoriche ritrovate lungo il suo corso se ne è discretamente parlato. Pelle macerie di antiche costruzioni e di misteriose cappelle votive resta memoria certa solo nei toponimi maseriis-masariute-baseiis.
      Le leggende, secondo gli antropologi, mantengono i presupposti su cui poi cercare pazientemente le prove sul passato di un luogo e della sua comunità.
     Esistono modalità empiriche e scale di valore per le opportune vantazioni sul loro contenuto, dal momento che possono tramandare fatti realmente accaduti o solo aspetti specifici e importanti sulla natura sociale del luogo.
     Studi antropologici, ritrovandosi concordi sulla leggenda Attiliana che parla dell'esistenza di piccoli tesori in pozzi, guadi e ponti del passato, assegnano a tali luoghi il compito di riscossione di tassa o tributo: da ciò le numerose monete trovate o cercate.
     Un pozzo sul Cormór, interrato a causa dell'apporto di inerti, ci ricorda le innumerevoli alluvioni del torrente. Anche se non distrutti da Attila, come ci dice una leggenda, certamente i ruderi non potevano essere recenti, perché documenti li ricordano tali fin dal XIII secolo. Una plausibile ipotesi temporale potrebbero rappresentare le incursioni degli Avari del 610, degli Slavi del 705 o degli Ungari nella seconda metà del X secolo, o ancora lotte fra i castellani del medioevo.
     Ad esempio, su tre fratelli pastori fondatori dei Casali Rizzi verità e fantasia si sovrappongono. Ma di questo aspetto appartenente alla storia del luogo parleremo in seguito, come faremo anche riguardo ad altra ricorrente leggenda: quella che vorrebbe la località sorta dalla sosta di un gruppo di nomadi provenienti dai Balcani, contenente anche questa una parziale verità e collegata all'arrivo dei Rizzo nel XVI secolo. (Nelle foto la chiesa dei Rizzi intorno al 1890, nel 1905 e nel nel 1930)

 

Links interessanti sui Rizzi:
http://www.rizzicomitato.com/
http://www.nuoviorizzontiarciudine.com/ 

 Diamo vita alla ricerca
www.ail.it

     All'uscita della chiesa mi sono intrattenuto su sagrato per riprendere il movimento delle persone attorno al gazebo dove venivano distribuite le "uova pasquali dell'AIL" (Associazione Italiana contro le Leucemia), che raccoglie fondi per la ricerca sul cancro e altre terribili malattie.  Erano tre giorni che cercavo un'occasione per compiere il mio dovere e già al mio arrivo sulla piazza dei Rizzi mi ero avvicinato al gazebo facendomi riservare tre uova che avrei ritirato dopo la Messa. Era la miglior occasione per festeggiare l'8 Marzo e fare un dono significativo... alle mie 3 donne: Un uovo per mia sorella; uno per Nicoletta (un'amicizia particolare ormai nota al di qua e al di là dell'oceano); e uno per Noemi, la mia vicina di casa (99 anni in settembre).
     Sarebbe proprio stato bello farmi una foto mentre raggiungevo il lato opposto della piazza per raggiungere la mia automobile, con il mio inseparabile "cjaruz"... a pieno carico. Oltre al borsone nero con le mie attrezzature, il cesto anteriore a stento conteneva la borsa con due uova e quattro lampadine, mentre una seconda borsa con il terzo uovo (e due lampadine) era appeso al manubrio del mio veicolo... a quattro rotelle.
     Mentre sostavo per riprendere fiato, nel vedermi fermo davanti al bagagliaio aperto della mia Clio, una signora preoccupata mi ha chiesto se avevo bisogno di aiuto... Ringraziandola l'ho assicurata che potevo farcela da solo, ma il gesto (come altri al quale sono oggetto durante i miei viaggi in tutte la località del Friuli) mi ha commosso e nello stesso tempo divertito.
     Caricato in macchina tutto l'ambaradan, ho impostato il navigatore per il rientro "alla base", ricordando che in quella zona ho sempre trovato difficoltà di orientamento, a causa nelle complicazioni stradali dovuti alla vicinanza dello Stadio Friuli e dei suoi sempre più insufficienti parcheggi.
     Mentre viaggiavo verso casa mi sentivo molto bene, e contento di avere avuto modo di conoscere una comunità parrocchiale molto viva e attiva, particolarità dedotte sopratutta per una numerosa presenza di giovani e bambini.


il gazebo della solidarietà e i due giovani volontari


grazie ragazzi...!

Ail, una Pasqua di solidarietà con le uova che aiutano la ricerca

     PER la solidarietà e l'impegno è sufficiente andare in piazza. In tutta Italia sono 3500 - quindi non sarà difficile trovarne una - quelle che sabato 8 e domenica 9 marzo ospitano l'edizione 2008 di "Uova di Pasqua dell'Ail", l'iniziativa organizzata da quindici anni dall'Associazione italiana contro le leucemie e animata da 16 mila volontari: con un contributo minimo di 12 euro si porta a casa un uovo di cioccolato, si dà una mano alla ricerca e si diventa "Sostenitore" dell'associazione che combatte contro leucemie, linfomi e mielomi.
     La manifestazione, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, in questi anni ha permesso di raccogliere fondi necessari destinati al finanziamento di progetti di assistenza e ricerca di alto valore scientifico e sociale. Ma ha anche contribuito a sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti della lotta contro i tumori del sangue. Anche quest'anno, dunque, l'iniziativa si prefigge di sottolineare i risultati - incoraggianti - raggiunti, ma anche di ricordare quanto sia necessario il sostegno di tutti per conseguire l'obiettivo: rendere leucemie, linfomi e mielomi mali sempre più guaribili.
     I fondi raccolti verranno impiegati per finanziare la ricerca scientifica nel settore delle malattie del sangue (sostenendo il Ginema, Gruppo italiano malattie ematologiche dell'adulto); migliorare la qualità delle cure; proseguire con la realizzazione di case alloggio "Case Ail" nei pressi dei maggiori centri di terapia del Paese per consentire ai pazienti, che risiedono lontano, di affrontare le cure assistiti dai familiari; collaborare al servizio di assistenza domiciliare ai pazienti ematologici di tutte le età, per curarli come serve ma nel loro ambiente familiare.
     A conferma dell'importanza dell'iniziativa, basta dare un'occhiata ai risultati dell'edizione dell'anno passato: in 3.646 piazze italiane sono state distribuite 709.567 uova di cioccolato, che hanno permesso di raccogliere 5.324.698,78 euro.  

Nel corso della campagna dell'AIL (Associazione Italiana Leucemie) per sostenere la ricerca su leucemie, linfomi e mieloma, che si terrà il 7-8-9 marzo in 3.500 piazze italiane, chiunque acquisterà un uovo di Pasqua AIL, riceverà due lampadine a basso consumo, messe a disposizione da Enel.si eun leaflet che descrive l'impegno di Enel.si sul tema dell'efficienza energetica. www.enelsi.it