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Duomo di Tolmezzo (UD), 22 Aprile 2007

CAP: 33028 - Abitanti: 10541 - Altitudine (s.l.m.) : m. 323 - Superficie : Kmq. 65,71

Tolmezzo (UD)
Tolmezzo si trova in Carnia allo sbocco del canale di S. Pietro nella media valle del fiume Tagliamento. Nel 1158 Tolmezzo apparteneva ai Patriarchi di Aquileia e nel XIV secolo divenne Comune libero. Per diversi anni strinse alleanza con Venezia, diventando un suo possedimento mantenendo però i propri statuti. Nel 1866 divenne città italiana e durante la prima guerra mondiale fu sede del comando della XII Armata. Delle antiche mura del borgo rimangono ancora consistenti scorci e la porta di Sotto, mentre rimangono ben poche tracce del castello.



 CAMPANE


 L'interno dei Duomo dedicato a San Martino Vescovo


         
 CANTI


         
 CANTI



 CANTO FINALE

Il "Coro dei giovani di Tolmezzo", che ha animato la Santa Messa...
 
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Arte e cultura: TOLMEZZO (UD)

     Il Duomo di Tolmezzo, dedicato a S. Martino, è un edificio di notevoli dimensioni costruito poco dopo il 1750 (epoca in cui venne demolita la preesistente costruzione) su progetto di Domenico Schiavi, maggior architetto carnico (e friulano) del XVIII secolo (1718-1795).
     La facciata, compiuta in un tempo successivo, anonima, non ha rispettato l'ideazione prima, mentre l'interno di buona proporzione (unica grande navata con cappelle laterali e presbiterio sopraelevato) offre un'idea della poetica dello Schiavi, espressa allo stesso modo in tanti edifici sacri della regione. Nel soffitto dell'aula tre affreschi attribuiti ad Antonio Schiavi (1736- 1783), fratello di Domenico, ispirato soprattutto ai modi di Nicola Grassi e Giambattista Tiepolo:  Tentazioni di Cristo (verso l'ingresso, affresco completamente rifatto dopo il terremoto del 1928), Gloria di S. Martino al centro (gravemente rovinato dal terremoto del 1976), Cristo e la Samaritana al pozzo: la loro fattura data a poco dopo il 1764. Suo anche l'affresco con la Trinità in gloria nella cupola.
     L'altar maggiore, proveniente da Venezia, dono della ricca famiglia tolmezzina dei Linussio, contiene un dipinto del veneziano Francesco Fontebasso (Madonna con Bambino e i Ss. Martino Vescovo e Carlo Borromeo, forse del 1763) prezioso per la buona impaginazione e per i colori dai toni accesi. In senso veneziano si qualificano, per la maggior parte, anche gli altri dipinti del duomo: nel primo altare a destra, di S. Luigi, pala di Pier Antonio Novelli veneziano (1780: Madonna con Bambino, i Ss. Giovanni Battista e Luigi, un vescovo e un angelo), nel secondo altare Decollazione di S. Ilario dello stesso Novelli (1791), nel terzo, detto delle Anime, spettacolare, in marmi rosso e bianco e con angeli nel fastigio, bel dipinto vivace e ricco di impasti coloristici di Gaspare Diziani (1688- 1767) raffigurante la Madonna con Bambino, i Ss. Francesco, Girolamo e Antonio e le Anime del Purgatorio.
     Nel primo altare di sinistra, tela di Filippo Giuseppini udinese (1811-1872) con S. Nicolò tra le Ss. Lucia ed Anna, nel secondo, pala del Novelli (Sacra Famiglia con i Ss. Domenico e Caterina, fine secolo XVIII), nel terzo, pala di Girolamo da Ponte detto il Bassano (1566- 1621) raffigurante il Redentore, la Vergine e due Santi francescani: è stata concessa in deposito Tolmezzo nel 1954 dalle Gallerie di Venezia per sostituire una pala attribuita a Palma il Giovane raffigurante l'Incoronazione della Vergine con Ss. Pietro e Giacomo, bruciata in un incendio del 1952.
     Per il duomo di Tolmezzo ha molto lavorato anche il carnico Nicola Grassi, dipingendo la bella serie degli Apostoli, la Madonna, il Salvatore, S. Ilario, la Crocifissione: l'intero ciclo, commissionato da Giacomo Linussio, va datato intorno al 1731-1732, e costituisce una delle più importanti tappe del discorso stilistico del pittore.
     Ancora nel duomo di Tolmezzo dipinti attribuiti al bolognese Odoando Fialetti (secolo XVIII: Decollazione di S. Giovanni Battista, Visitazione e i Ss. Bernardino, Nicolò e Giovanni Battista), di Giulio Urbanis (Ritratto di don Giovanni Fumiani, fine secolo XVI), un bel Crocifisso in legno cinquecentesco, un mobile di sagrestia di grande bellezza eseguito dall'intagliatore cividalese Matteo Deganutti (secolo XVIII e - per quanto riguarda la scultura in pietra - acquasantiera di buona proporzione elegantemente intagliata con motivi a squame o a girali da Carlo da Carona (1516) e ciborio dell'inizio del XVI secolo attribuito a Bernardino da Bissone.
     Ancora a Tolmezzo, graziosa Chiesetta di S. Caterina (progettata nel XVIII secolo dal capomastro locale Felice Del Fabbro) con facciata a capanna, portale architravato cinquecentesco e occhio nel frontone: contiene una bella pala con lo Sposalizio di S. Caterina, S. Lucia, S. Apollonia, un angelo e putti; nella predella due scene del Martirio di S. Caterina. L'opera è datata al 1537 e comunemente attribuita al pittore di S. Vito Pomponio Amalteo. Nel coro, sopra gli stalli, fanno bella mostra di sé due buoni dipinti di Nicola Grassi raffiguranti i Ss. Giovanni Battista e S. Rocco.
     Molti i palazzotti di qualche pretesa nel centro carnico: tra essi, Palazzo Frisacco, restaurato e divenuto sede di esposizioni d'arte, Palazzo Garzolini, sede del Tribunale, e soprattutto la settecentesca imponente Fabbrica Linussio, oggi adibita a caserma, dignitosa dal punto di vista architettonico e fornita di tutti i servizi e le comodità che allora si potevano esigere, composta di un corpo centrale ed ali laterali con portici e vasti cortili.
     La costruzione centrale venne ideata circa nel 1740 dall'architetto Domenico Schiavi, seguace del Massari, di cui fece proprie la sensibilità e la ricerca lineare. Il Palazzo Linussio, nel salone centrale, risulta affrescato con figure allegoriche e scene mitologiche o storiche da un pittore che è stato ultimamente identificato in Domenico Fossati (in passato si sono fatti i nomi di Francesco Chiarottini, Francesco Fontebasso, Pietro Antonio Novelli e altri). Nella "galleria" stucchi fine '700 di Ilario Schiavi raffiguranti ariose scene campestri, ispirate a dipinti del Bassano, simboleggianti i mesi. Alla fabbrica è annessa la Cappella dell'Annunziata, deliziosa chiesetta essa pure opera dello Schiavi, con statue dell'Annunciazione entro nicchie in facciata e bell'altare marmoreo.
     In Palazzo Campeis, piacevole, soda costruzione nobiliare di tipo carnico della fine del Settecento con affreschi paesistici ed architettonici coevi nel salone, ha sede il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari. Contiene per la maggior parte il materiale che il senatore Michele Gortani raccolse casa per casa, a partire dal 1920 per lunghi anni, in tutte le valli della Carnia ed esclusivamente in quelle, sì che il Museo ha eccezionale valore storico-etnografico dal momento che permette di ricostruire la vita, anche spicciola, delle popolazioni carniche dal Rinascimento ad oggi.
     Non molte sono le opere d'arte vere e proprie: qualche statua lignea, affreschi di Francesco Chiarottini staccati dal palazzo Garzolini, alcuni dipinti (tra cui l'eccezionale ritratto di Iacopo Linussio eseguito da Nicola Grassi intorno al 1732, una bella serie di ritratti carnici, del XVIII e XIX secolo, tre tele di Antonio Schiavi con scene bibliche, un'Ultima Cena di Francesco Pellizzotti, ecc.) e miniature.
     Di ben altro interesse è invece la raccolta di materiale d'artigianato: mobili intagliati o dipinti, stupende cassapanche di epoche diverse intagliate con incredibile finezza ed abilità; ferri battuti, alari, serrature, chiavi, maniglie, grate, rami, peltri, ottoni, bronzi, ceramiche, vetri e pietre lavorate; maschere, strumenti di lavoro, ricami, e trine dell'antica arte friulana della tessitura che proprio a Tolmezzo aveva il suo attivo centro nella ricordata fabbrica Linussio.
E persino le botteghe artigiane carniche sono state fatte rivivere nelle ventisette stanze del Museo: il quale, pertanto, si presenta come il più importante di tal genere che il Friuli possieda.
     In comune di Tolmezzo, presso Illegio, sul monte Giaidêt, a 735 metri d'altezza, la Pieve di S. Floriano domina le vallate del But e del Tagliamento: è una costruzione le cui origini si perdono nei tempi; preminenti sono, attualmente, le fasi costruttive gotico rinascimentali e settecentesche. Conserva ancora affreschi del sandanielese Giulio Urbanis (ca. 1580: Annunciazione, Santi, Profeti e Storie di S. Floriano), un altare in pietra del 1510 circa del lombardo (nativo in Friuli) Carlo da Carona, il quale vi scolpì in altorilievo le figure dei Ss. Rocco e Battista, la Pietà e la Madonna con Bambino.
Mutilo, invece, il bellissimo altare ligneo che Domenico da Tolmezzo eseguì nel 1497, e che arricchì di molte statue dipinte e dorate: la loro commerciabilità spinse dei malfattori, facilitati dalla solitudine del luogo, a rubarle una ventina d'anni fa.
     Di antica origine è anche la Chiesa pievanale di S. Maria oltre But poco fuori Tolmezzo, già esistente nel XIII secolo: vi si trovano frammenti romani ed i resti di un'opera (un altarolo o un ciborio) scolpita nel 1505 da Giovanni Antonio Pilacorte.
     Nella parrocchiale di Caneva ha lavorato nel 1960 Renzo Tubaro dipingendo il soffitto dell'abside (angeli musicanti nella cupola, Evangelisti nei pennacchi, Deposizione nella lunetta di fondo); il presbiterio della Chiesa di S. Daniele a Casanova è stato affrescato nel 1793 dal cividalese Francesco Colussi mentre il tolmezzino Antonio Schiavi ha affrescato la Chiesa di S. Paolo ad Illegio (secolo XVIII). Per la Chiesa parrocchiale di Terzo, l'intagliatore Domenico da Tolmezzo ha scolpito e dipinto, alla fine del Quattrocento, un trittico ligneo con le figure della Madonna con il Bambino al centro e dei Ss. Sebastiano e Rocco ai lati.
     Da ricordare ancora il Mulin dal flec a Illegio, un mulino di epoca seicentesca, ristrutturato ottimamente dopo il terremoto ed ora trasformato in un suggestivo museo vivo.

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia